Certamen Ciceronianum Arpinas

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Via Aquila Romana, 2 Arpino (Fr) - Italy

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XLIV CERTAMEN CICERONIANUM - ARPINO: 8-9-10-11 MAGGIO 2025

La versione della XXXVI edizione è tratta dal "De divinatione"

RERUM CAUSAS RATIONIS VI INVESTIGANDAS ESSE

An vero illa nos terrent, si quando aliqua portentosa aut ex pecude aut ex homine nata dicuntur? Quorum omnium, ne sim longior, una ratio est. Quicquid enim oritur qualecumque est, causam habeat a natura necesse est, ut, etiamsi praeter consuetudinem exstiterit praeter naturam tamen non possit exsistere.

Causam igitur investigato in re nova atque admirabili, si poteris; si nullam reperies, illud tamen exploratum habeto, nihil fieri potuisse sine causa, eumque terrorem, quem tibi rei novitas adtulerit, naturae ratione depellito. Ita te nec terrae fremitus nec caeli discessus nec lapideus aut sanguineus imber nec traiectio stellae nec faces visae terrebunt.
Quarum rerum omnium causas si a Chrysippo quadra, ipse ille divinationis auctor numquam illa dicet facta fortuito naturalemque rationem omnium reddet. Nihil enim fieri sine causa potest nec quicquam fit, quod fieri non potest, nec, si id factum est quod potuit fieri, portentum debet videri; nulla igitur portenta sunt. Nam si, quod raro fit, id portentum putandum est, sapientem esse portentum est: saepius enim mulam peperisse arbitror quam sapientem fuisse. Illa igitur ratio concluditur: nec id, quod non potuerit fieri, factum umquam esse; nec, quod potuerit, id portentum esse; ita omnino nullum esse portentum.
Quod etiam coniector quidam et interpres portentorum non inscite respondisse dicitur ei, qui quondam ad eum rettulisset quasi ostentum, quod anguis domi vectem circumiectus fuisset. "Tum esset" inquit "ostentum si anguem vectis circumplicavisset". Hoc ille responso satis zaperte declaravit nihil habendum esse, quod fieri posset ostentum.

De Divinatione, I, 60-62


TRADUZIONE

 

LE CAUSE DEI FENOMENI NATURALI DEVONO ESSERE INDAGATE DALLA FORZA DELLA RAGIONE

O invero, se capita che si racconti che delle creature mostruose sono nate da una bestia o da un essere umano, cose del genere ci atterriscono? Ma di tutti questi fenomeni, per non dilungarmi troppo, una sola è la spiegazione razionale. Infatti qualunque cosa viene alla luce, quale che essa sia, è necessario che risalga ad una causa naturale, cosicché, quand’anche si sia manifestata al di fuori della normalità, tuttavia non possa esistere al di fuori della natura.

Dunque, di fronte ad un fenomeno nuovo e stupefacente, investigane la causa, se potrai; se non ne troverai nessuna, ritieni tuttavia per assodato che nulla può essersi determinato senza una causa, e quel terrore che ti avrà indotto la novità della cosa scaccialo via per mezzo della ragione naturale.

In questo modo né il brontolio sotterraneo né lo squarciarsi del cielo, né la pioggia di pietre o di sangue, né il passaggio di una cometa né l’apparire di fuochi celesti ti atterriranno.
E se chiederò le cause di tutte queste cose a Crisippo, anche quel celebre sostenitore della divinazione non dirà mai che esse si sono realizzate a caso, e offrirà di tutte una ragione naturale.

Nulla, infatti, può avvenire senza una causa; né avviene cosa alcuna che non possa avvenire; né se si è verificato un fenomeno che ha potuto verificarsi questo deve essere ritenuto un prodigio; dunque, i prodigi non esistono. Chè se si deve ritenere un prodigio ciò che si realizza raramente, è un prodigio che esista un uomo saggio: ritengo infatti che più spesso una mula abbia partorito di quanto sia esistito un uomo saggio. E dunque quel ragionamento quadra: né ciò che non ha potuto essere è mai stato; né ciò che ha potuto essere è un prodigio; pertanto non esiste alcun prodigio.

E proprio questo, infatti, si dice che abbia risposto, non senza arguzia, un certo indovino e interprete di prodigi ad uno che una volta gli aveva riferito, come se si trattasse dio un portento, che un serpente a casa si era arrotolato attorno ad una stanga. "Allora sarebbe stato un portento – disse - se la stanga si fosse arrotolata attorno al serpente!" Con tale risposta egli dichiarò in maniera sufficientemente chiara che nulla che possa realizzarsi dev’essere ritenuto un portento.

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