Storia del Certamen
Il Certamen Ciceronianum Arpinas è stato istituito dal Liceo Ginnasio Tulliano nel 1980, durante la presidenza del professor Ugo Quadrini. Si tratta di una gara alla quale prendono parte studenti dell'ultimo anno dei licei classici italiani ed esteri, chiamati a tradurre e commentare un brano tratto da un'opera di Cicerone. Oggi la gara è aperta anche agli studenti del quarto e quinto anno dei licei classici e scientifici italiani.
La manifestazione, che gode dell'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, si svolge ogni anno ad Arpino in in Provincia di Frosinone, nel mese di maggio. Il programma, oltre alla prova specifica che impegna i giovani nell'arco di una giornata, prevede una serie di iniziative collaterali: tavole rotonde e conferenze sulla lingua e sulla letteratura latina; seminari e dibattiti su problemi e temi europeistici; concerti e mostre.
Uno dei momenti più significativi del Certamen è la cerimonia di premiazione dei vincitori, che ha luogo nella singolare cornice della Piazza del Municipio, addobbata con le bandiere dei Paesi partecipanti, in una suggestiva atmosfera di festa.Il Certamen, dall'iniziale ambito regionale, ha assunto in pochi anni dimensioni internazionali, con la partecipazione di numerosi studenti provenienti da ogni parte d'Europa, accomunati da un profondo senso di amicizia e leale spirito di competizione.
L'iniziativa è nata con l'intento di riaffermare la validità della cultura classica latina e dello studio della sua lingua, attraverso l'esame approfondito delle opere di uno dei suoi massimi esponenti: Marco Tullio Cicerone. Da esse i giovani possono trarre, ancora oggi, una grande ricchezza umana e civile ed una non comune formazione culturale. Cicerone ha infatti il merito di aver trattato con grande rigore speculativo e con stile insuperato i problemi propri dell'uomo, problemi di ieri, di oggi, di sempre - giustizia, patria, religione, amicizia, coerenza morale - e di aver perseguito, nella sua azione di uomo politico, quella concordia ordinum nella quale risiede la salus populi.