Lettera aperta di Glauco Schettini, vincitore della 31° edizione
"La prima persona a parlarmi del Certamen Ciceronianum fu, in una mattina di oltre quattro anni fa, la mia professoressa di italiano. Era convinta che avrei dovuto parteciparvi, e forse, chissà, sperava che le cose sarebbero andate come poi sono andate davvero...
...Forse l’ha sempre sperato anche la professoressa di latino e greco, che, in tre anni di liceo, non ha mai dimenticato di portare dentro al registro, per esporla all’occorrenza come un santino, la cartolina con il busto di Cicerone dell’ultimo Certamen a cui aveva partecipato come accompagnatrice. Ma quando ho firmato il modulo per la partecipazione, contavo soprattutto di vivere una bella esperienza, senza che ne potessi immaginare la conclusione.
Di certo, quando dal palco ho sentito chiamare il mio nome, ci ho messo un po’ a realizzare cosa stesse accadendo – sarà stato il caldo, l’abbraccio di chi mi stava vicino o semplicemente l’emozione – e forse non l’ho veramente capito fino a quando, tornando verso il pullman dopo la cerimonia, non mi è capitato che delle persone mi fermassero lungo la strada. Magari non conosco i loro nomi, ma ricordo le facce di tutti, e spero che sorridano ancora, come facevano in quel momento, se leggeranno queste parole: il modo in cui hanno accolto tutti noi partecipanti ad Arpino ha avuto qualcosa di particolare, ci ha fatti sentire tutti concittadini almeno per quel giorno, e la stima e l’affetto che mi hanno dimostrato resta senza dubbio uno dei ricordi più piacevoli.
Probabilmente non è bastato rispondere a più d’un intervistatore per sottolineare a sufficienza la gratitudine che provo per gli ambasciatori che mi hanno accompagnato durante tutta la mia esperienza al Certamen, Luana, Carlo e Federico. Forse l’immagine più bella che mi resta di questi quattro giorni è proprio quella del saluto che mi hanno rivolto alla partenza, con l’entusiasmo e la cortesia che li hanno contraddistinti ininterrottamente. Giusto il tempo, poi, di salire sul pullman, per essere accolto dall’applauso di amici e professori. Vorrei poter fare i nomi di tutti, per ringraziarli dei complimenti e soprattutto della loro simpatia e della loro amicizia: se anche non avessi vinto, la loro presenza sarebbe bastata a fare di questo Certamen un’esperienza più che indimenticabile. Avere ricevuto e ricevere ancora messaggi di congratulazioni, e non solo, dai ragazzi conosciuti ad Arpino è il segno che, oltre il concorso, c’è qualcosa di più grande.
Se ne saranno accorti, credo, dai miei racconti, i compagni di scuola: quelli che mi hanno chiamato mentre tornavo a casa, o quelli che il giorno dopo, nell’attesa che i giornalisti del TG venissero a intervistare me e la professoressa, hanno preparato una vera e propria festa, o quelli che ancora mi fermano lungo i corridoi o per le scale semplicemente per sorridermi e complimentarsi. E spero se ne siano accorti anche i professori: è al lavoro di tutti loro che si deve la partecipazione di tanti giovani al Certamen, è al loro impegno costante e nascosto che si devono i nostri successi. In molti, in questi giorni, mi hanno stretto la mano e si sono congratulati con me, ma sono io a dover ringraziare tutti loro.
Ricevere telefonate di persone che hanno letto il mio nome sul giornale o hanno sentito la mia intervista alla televisione è qualcosa di insolito e divertente, e a sentire parenti, genitori e amici che si sono commossi vedendo il video della premiazione quasi riprovo l’emozione indescrivibile di quei momenti. Non servirebbe a nulla nascondere quanto siano grandi la mia soddisfazione e la mia felicità, ma non posso non sottolineare che molto di esse si deve ai volti e alle parole di tutti coloro che, in questi giorni, hanno condiviso la mia gioia".
Glauco Schettini